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Vorrei ringraziare dal profondo del mio cuore e congratularmi con ogni ramo della
Famiglia vincenziana per l’incredibile creatività, l’impegno e il servizio che ciascuno ha
dimostrato dall’inizio della pandemia fino ad oggi per alleviare le sofferenze inflitte al mondo
dal Covid-19 che, come sempre, colpisce più duramente i poveri e i più vulnerabili. Noi tutti
speriamo e preghiamo che il peggio della pandemia sia alle nostre spalle, anche se questo è più
vero in alcuni Paesi che in altri. Viviamo ancora con molta incertezza rispetto a quello che
potrebbe succedere dopo.
Impariamo a utilizzare sempre di più nuovi strumenti per rimanere in contatto gli uni
con gli altri attraverso i social media, Zoom e altre piattaforme a nostra disposizione. Sono
mezzi eccellenti per sviluppare l’interconnettività e la collaborazione. Tuttavia, sperimentiamo,
con ancora più urgenza il bisogno di riprendere gli incontri personali, le riunioni e i raduni che
vivevamo prima che la pandemia di Covid-19 si diffondesse nel mondo. Dopo aver vissuto un
periodo così lungo di isolamento, di distanziamento e di divieto di incontri, desideriamo dal
profondo del nostro cuore moltiplicare gli incontri personali, le riunioni e i raduni.
ancora molto da fare per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Per questo motivo ne
parlo di nuovo nella lettera di quest’anno, convinto che, se riusciremo a rafforzare
l'interconnessione e la collaborazione e raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati in
queste aree specifiche, le altre seguiranno quasi automaticamente e sarà molto più facile riunire
i 160 rami per qualsiasi nuova iniziativa che potremmo intraprendere in futuro.
1) I Consigli nazionali della Famiglia vincenziana nei 162 Paesi dove la Famiglia
vincenziana è presente oggi.
Vorrei fare appello ai rami di un Paese, di una regione o di una città che esistono già da
tanto tempo e che hanno più esperienza di altri rami nell’area dell’organizzazione per aiutare a
riunire i diversi rappresentanti della Famiglia. Essi si trovano nella posizione migliore per
invitare i rami e organizzare i Consigli ai quali ogni ramo parteciperà, al fine di pianificare
insieme diversi progetti, iniziative e incontri lungo l’anno. Incoraggio i Consigli nazionali a
non limitare questi incontri a uno per anno, ma ad averne un maggior numero per anno, al fine
di sviluppare e intensificare la collaborazione e l’interconnessione che riuniranno regolarmente
la Famiglia.
1
SV, Conferenza del 6 dicembre 1658, Il fine della Congregazione della Missione, n. ed. it., X, p. 416
2
Ibid., p. 417
3
Ibid., p. 418
servizi di collaborazione sono: «persone dalla piccola periferia, che limitano il loro sguardo e
i loro progetti ad una certa circonferenza dove si rinchiudono come in un punto senza volerne
uscire; se qualcuno indica loro qualcosa oltre, si avvicinano per osservarla, ma subito si
ritraggono su se stessi, come le lumache nel loro guscio» 4.
Invito voi tutti a fare il possibile affinché questi incontri, progetti e iniziative non si
riducano a due o tre rami in un Paese, una regione o una città, ma comprendano fedelmente
tutti i rami. Una volta che l’uno o l’altro ramo propone un’iniziativa e invita gli altri rami a
collaborare, questi seguiranno certamente.
2) Risposta alle catastrofi naturali, alle guerre e ad altre calamità, data da tutta la
Famiglia vincenziana.
L’anno scorso ci siamo uniti come Famiglia internazionale per aiutare le persone colpite
da Covid-19 e dalla tragica esplosione nel porto di Beirut. La VFEC ha lanciato una campagna
con la Commissione dell’Alleanza Famvin con le persone senza dimora (FHA), per aiutare le
4
Ibid., p. 421
centinaia di migliaia di senzatetto nella capitale libanese, attraverso il Consiglio nazionale della
Famiglia vincenziana in Libano, coordinato dal suo presidente nazionale.
Durante la peste che colpì Marsiglia nel 1649, Vincenzo, sentendo della morte di padre
Brunet e del suo collaboratore laico, il cavaliere de la Coste, diede una rapida risposta alla crisi.
Egli scrisse ad Antonio Portail: «La duchessa d’Aiguillon deve inviarle cinquecento lire […]
Se ha bisogno di altro denaro, me lo faccia sapere e gliene manderemo subito e, se sarà
necessario, venderemo i nostri crocifissi e i nostri calici per venirle in aiuto». 5
5
SV, Lettera del 6 agosto 1647, Ad Antonio Portail, in Opere, n.ed it, III, p. 397
Ad oggi, 44 rami della Famiglia vincenziana sono impegnati attivamente nella FHA e
nella Campagna 13 Case. Oramai è presente in 44 Paesi; 1.826 case sono state costruite e 6.628
persone sono state aiutate. Speravamo che in occasione della festa di San Vincenzo de’ Paoli
dell'anno scorso, molti altri rami, Congregazioni e associazioni laiche partecipassero in un
modo o nell'altro alla FHA, ma questo obiettivo non è stato raggiunto. C'è ancora molta strada
da fare.
Purtroppo, il numero di persone che vivono per strada, i profughi e le persone che
vivono in alloggi insalubri aumenta drammaticamente in tutto il mondo a causa della pandemia
di Covid-19. Una risposta coordinata a questi immensi bisogni è più che mai necessaria.
Come ho già scritto in una lettera, dobbiamo arrivare rapidamente al punto dove il
problema dei senza dimora non viene affrontato individualmente, né da una persona né da un
ramo, ma come Famiglia a livello locale, nazionale e internazionale. Ogni ramo, apportando la
sua lunga storia di servizio ai senza dimora, la sua esperienza, la sua professionalità e le sue
risorse, contribuisce a costituire una forza straordinaria che diventa molto più efficace
nell’aiutare i poveri.
Auguro ad ogni membro della Famiglia vincenziana di tutto il mondo, nel senso più
ampio della parola, una profonda esperienza di grazia in occasione della festa di San Vincenzo
de Paoli. La Madonna della Medaglia Miracolosa, San Vincenzo de Paoli, tutti i Santi, Beati e
Servi di Dio della Famiglia vincenziana continuino ad intercedere per noi e ad ispirarci nel
cammino della globalizzazione della Carità!
Tomaž Mavrič, CM
6
SV, Lettera del 21 giugno 1652, A Lamberto aux Couteaux, superiore a Varsavia, in Opere, n.ed it, IV, p. 331