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Padre mio,
io mi abbandono a te,
fa di me ciò che ti piace.
Trecento anni prima, la Provvidenza era diventata uno dei pilastri della spiritualità di San Vincenzo de
Paoli. Sfogliando le sue lettere e le sue conferenze, rimaniamo colpiti dalla frequenza con cui San Vincenzo parla
della Provvidenza. La Provvidenza è stata un elemento chiave che ha plasmato Vincenzo per fare di lui la persona
e il santo che noi conosciamo. Il suo cammino di conversione, da Vincenzo bambino, dalla sua giovinezza e dai
suoi primi anni di sacerdozio, al Vincenzo che abbraccia la Provvidenza e che oggi chiamiamo santo, non è stato
facile.
Egli aveva i suoi progetti e la sua maniera d’intendere il ruolo di prete, aveva le proprie ambizioni e le
sue mete egoistiche. Tuttavia, è arrivato a rinunciare alla propria volontà, a mettere Gesù al primo posto, a riporre
tutta la sua fiducia nei progetti di Gesù e non nei suoi, e “cantare” spesso e in modi diversi quello che potremmo
chiamare «Inno alla Provvidenza». Questo cambiamento radicale era, infatti, di per sé un miracolo. San Vin-
cenzo, confidando totalmente nella Provvidenza, divenne lui stesso Provvidenza per gli altri, per i poveri.
Era il punto culminante di un’unione mistica, non astratta, ma di un’unione mistica che l’ha portato ad una
risposta affettiva ed effettiva.
Vorrei farvi meditare su una parte della composizione dell’«Inno alla Provvidenza» di Vincenzo, frutto
della sua riflessione sull’esperienza della sua vita.
«…quali grandi tesori nascosti ci sono nella santa Provvidenza! Coloro che la se-
guono e non la scavalcano onorano sovranamente Nostro Signore»!1
«…abbandoniamoci alla divina Provvidenza, che saprà ben provvedere a ciò che
ci è necessario». 2
«…Rivedendo le principali cose che sono accadute in questa Compagnia, mi sem-
bra, ed è assai significativo, che se si fossero fatte prima del tempo in cui sono state
fatte, non sarebbero riuscite bene. Dico ciò di tutte, nessuna esclusa. Questa è la
ragione per cui ho una particolare devozione nel seguire passo passo l’adorabile
Provvidenza di Dio. L’unica mia consolazione è che sia Nostro Signore ad aver
fatto, così mi sembra, e continui a fare le cose di questa piccola Compagnia».3
«…Affido tutto alla saggia Provvidenza di Dio. Ho una speciale inclinazione a se-
guirla e l’esperienza mi fa constatare che è stata lei a fare tutto nella Compagnia,
e che siamo noi ad ostacolarla».4
«La grazia ha i suoi momenti. Abbandoniamoci alla Provvidenza di Dio e guardia-
moci dal volerla anticipare. Se c’è una consolazione nella vocazione, che a Nostro
Signore è piaciuto concederci, è proprio questa: aver sempre cercato in tutte le
cose di seguire la grande Provvidenza; ed esserci sforzati di andare soltanto là
dove essa ci indicava».5
«Nostro Signore consola al pensiero che, per grazia di Dio, abbiamo sempre cerca-
to di seguire, e mai di anticipare la Provvidenza, la quale sa condurre con sapienza
tutte le cose al fine per il quale Nostro Signore le destina».6
«Non possiamo assicurarci meglio la nostra beatitudine eterna che vivendo e morendo
al servizio dei poveri, tra le braccia della Provvidenza e in una vera rinuncia a noi
stessi, per seguire Gesù Cristo».7
«Sottomettiamoci alla Provvidenza; sarà lei a fare i nostri affari a suo tempo e a
modo suo».8
«Ah! fratelli, chiediamo tutti caldamente a Dio questo spirito per la Compagnia,
che ci porti dovunque, in modo che chiunque veda uno o due missionari possa dire:
“Ecco persone apostoliche pronte ad andare ai quattro angoli della terra a portar-
vi la Parola di Dio”. Preghiamo Dio di accordarci questa disposizione di cuore; ve
ne sono, per grazia sua, che ce l’hanno e tutti sono suoi servi. Ma andare là! O Sal-
vatore! Senza venire frenati da nulla, ah! che gran cosa! È necessario che noi tutti
abbiamo questo cuore, tutti un medesimo cuore, distaccato da tutto, che abbiamo
una perfetta fiducia nella misericordia di Dio, senza preoccuparci, senza turbarci,
né perderci d’animo, né domandarci “Avrò questo in quel paese? E quei mezzi?”.
O Salvatore! Dio non ci mancherà mai! Ah! Fratelli, quando sentiremo parlare
della morte gloriosa di quelli che sono là, chi non bramerà, o Dio, di essere al loro
posto? Ah! Chi non si augura di morire come loro, d’esser sicuri della ricompensa
eterna! O Salvatore! C’è qualcosa di maggiormente desiderabile! Non leghiamoci,
1 SV, Lettera a Santa Luisa, in Opere, n.ed it, I, p. 43.
2 SV, Lettera a Roberto de Sergis, in Opere, n.ed it, I, p. 274.
3 SV, Lettera a Bernard Codoing, in Opere, n.ed it, II, p. 176.
4 SV, Lettera a Bernard Codoing, in Opere, n.ed it, II, p. 357.
5 SV, Lettera a Bernard Codoing, in Opere, n.ed it, II, p. 387.
6 SV, Lettera a Bernard Codoing, in Opere, n.ed it, II, p. 389.
7 SV, Lettera a Giovanni Barreau, in Opere, n.ed it, III, p. 331.
8 SV, Lettera a Renato Alméras, in Opere, n.ed it, III, p. 383.
pertanto, né a questo, né a quello. Coraggio! Andiamo dove Dio ci chiama, sarà lui
a provvedere, non temiamo nulla. Orsù, Dio sia benedetto»!9
Entrando in questo tempo dell’Avvento, lasciamoci ispirare dalla preghiera d’abbandono del beato Char-
les de Foucauld. Il nostro Santo Fondatore, San Vincenzo de Paoli e tutti gli altri Beati e Santi della Famiglia
vincenziana hanno incarnato una totale fiducia in Gesù nella loro vita, nel loro tempo e luogo, componendo così
un «Inno alla Provvidenza». Possa ciascuno di noi comporre il proprio «Inno alla Provvidenza».
Tomaž Mavrič, CM
Superiore generale
9 SV, Ripetizione dell’orazione del 22 agosto 1655, in Opere, n.ed it, X, p. 238.